Quante volte al giorno bisogna assumerle? Qual è la dose corretta? Cambiano le modalità d’assunzione? Sono diverse le domande attorno al tema delle proteine in polvere ma, con assidua frequenza, molte di queste poggiano su errati pregiudizi…
Chi ha imparato a conoscere il mio modo di lavorare e affrontare alcune problematiche, sa bene che ad alcuni interrogativi preferisco non rispondere con certezze assolute, proprio perché… non esistono certezze assolute.
Riguardo alle proteine in polvere, è meglio sgombrare ogni dubbio. Questi preparati proteici non sono un vero e proprio “integratore”, almeno non nel senso comune con il quale siamo soliti intendere gli integratori. Sotto questa categoria è più corretto riunire sali minerali, vitamine, amminoacidi e altri la cui assunzione – in una dieta sbilanciata o semplicemente non sufficiente – si può rivelare complicata.
Le proteine, a differenza di queste sostanze nutritive, sono però imprescindibili da una dieta, al pari degli altri due macronutrienti (carboidrati e grassi). Quelle in polvere, perciò, non hanno esclusivamente una funzione aggiuntiva: rappresentano un’alternativa alle proteine contenute negli alimenti, specialmente per tre concrete ragioni.
Il primo motivo è la comodità di assumere proteine senza grassi e senza carboidrati che invece certi alimenti contengono simultaneamente. La versatilità, cioè la possibilità di portarle con sé, ovunque si voglia, sotto forma di bevanda, rappresenta un altro vantaggio. Una terza motivazione, forse la più importante, risiede nel fatto che per alcune persone è difficile consumare importanti dosi di fonti proteiche (prevalentemente carne): sostituirle in parte con proteine in polvere diventa quindi più confortevole. A queste tre motivazioni alcuni potrebbero aggregare anche l’economicità: non dimenticate che il prezzo, spesso alto, è giustificato dall’altissima percentuale di sole proteine.
Tornando ai quesiti con cui ho esordito, è necessario specificare che non esiste un’esatta suddivisione temporale circa l’assunzione di proteine in polvere. È fondamentale conoscere i grammi di proteine che servono al nostro corpo, ovvero la quantità giornaliera calcolata dal dietista, e verificare se c’è un saldo negativo tra la dose teorica e quella raggiunta con i soli alimenti solidi. Pensate a chi, soprattutto tra le donne, fatica a mangiare carne: supplire alle proteine mancanti con quelle in polvere è una soluzione comoda, semplice e meno costosa.
E la frequenza di assunzione? Una, due, tre volte. Ma anche cinque o sei. Insomma, tutte le volte che si vuole a patto di non superare la quantità indicata per il proprio fisico.
Per quanto concerne le modalità d’assunzione è giusto attenersi ai consigli proposti dalla casa di produzione (solitamente disciogliere in acqua): questi attengono soprattutto al grado di diluizione, a volte più basso (bevanda più densa) o più alto (soluzione più liquida). Oppure è sufficiente “ascoltare” il proprio gusto, la preferenza personale.
Un ultimo consiglio. Ora che avete compreso che l’assunzione di proteine in polvere è subordinata ad elementi soggettivi, è opportuno convogliare i propri dubbi su altre questioni: qual è il Paese di provenienza delle proteine in polvere? Queste rispondono a determinate caratteristiche di produzione tali da ritenerle affidabili? Quali tipologie di proteine in polvere esistono? E qual è quella più adatta alle proprie necessità? Qual è il tempo di assimilazione di ognuna di queste? Di questo e altro parleremo nel prossimo articolo.
Credo che anche nel caso di integrazione proteica la consulenza qualificata di un dietista sia importante. Il fai da te è sempre superficiale e pericoloso.