Dimentichiamo per un attimo proteine in polvere e amminoacidi: il primo, fondamentale “integratore” di ogni sportivo è l’acqua. Dato che il composto chimico più presente sulla Terra è anche il principale componente del corpo umano, non è mai ridondante ricordare che per “completare” il nostro organismo dobbiamo consumare la giusta dose di acqua. Se questa è la norma base per ogni persona, figuriamoci per un atleta.

Nonostante sia ampiamente risaputo che l’acqua costituisce circa il 65% della massa del corpo umano, è poco nota la distribuzione di questa all’interno dell’organismo. In gergo tecnico si parla di compartimenti. Il primo viene chiamato intracellulare e coinvolge il 67% dell’acqua corporea; il secondo è quello denominato extracellulare, rappresentato dal restante 33%. Questi due “settori” sono delimitati dalle membrane cellulari e capillari.
Il viaggio dell’acqua dal sorso sino alle periferie dell’organismo ci rende più comprensibile la divisione tra i due compartimenti. Una volta assorbita dall’intestino tenue, l’acqua è trasportata nel plasma e diffusa sia nelle cellule sia nei tessuti interstiziali (tessuto connettivo che funge da intercapedine tra un organo e l’altro) attraverso i capillari.

Bere spesso ha dei risvolti sul piano estetico. Da un punto di vista dell’aspetto esteriore è fondamentale assumere acqua in abbondanza per contrastare gli inestetismi della ritenzione idrica. Un’idratazione insufficiente, infatti, viene interpretata dal nostro organismo come un segnale di siccità. Scattano quindi reazioni che tendono a trattenere i liquidi presenti nel sottocutaneo, con un aumento di specifici ormoni che hanno il compito di incrementare la ritenzione di sodio e di liquidi. Questo consiglio è valido tanto per le donne quanto per gli uomini.

Ma oltre l’estetica c’è la salute. Infatti la disidratazione è il primo nemico del nostro benessere interiore. Danni renali e ipotensione sono dirette conseguenze di una non adeguata assunzione di acqua. Inoltre i cali dell’idratazione corporea determinano notevoli deficit di prestazione fisica, a volte anche del 10-13%, percentuali non di poco conto per uno sportivo.
 Drink 3
Spesso gli atleti abbinano acqua e altri nutrienti in quelle che generalmente conosciamo come energy drink. Anche vitamine e minerali sono efficaci nel ritardare i sintomi della fatica ed ottimizzare l’omeostasi, ovvero il corretto mantenimento degli zuccheri nel sangue.
Attenzione però ad assumere bevande per il reintegro energetico a base di carboidrati: è importante che queste abbiano concentrazioni di zuccheri proporzionati al quantitativo di acqua. Concentrazioni troppo alte (ipertoniche) rallentano l’assorbimento e potrebbero persino richiedere l’assorbimento di altra acqua organica (causando ulteriore disidratazione) per essere poi assimilate.
Un consiglio per gli sportivi è quello di aumentare notevolmente l’apporto idrico, soprattutto nei due giorni precedenti ad una prestazione atletica. Il giorno stesso della performance suggerisco l’assunzione di 200-250 ml di acqua ogni 15-20 minuti partendo dalle 2 ore precedenti alla gara.