Con l’imminente arrivo della primavera, il ritmo nelle palestre cambia quasi drasticamente. Non solo una grande maggioranza alle prese con la sempreverde “prova costume”, ma anche tantissimi atleti che fanno i conti con la preparazione atletica per le gare di qualificazione nei vari campionati di bodybuilding.
Dal momento che questi appuntamenti sono, di solito, fissati all’inizio e alla fine dell’estate, la programmazione si fa via via più intensa e – tra protocolli, diete, consulti e piani d’allenamento – si fa più insistente anche la parola “ipertrofia”, che rieccheggia nelle sale pesi quasi come un mantra. Al di là della retorica trita e ritrita con cui si riempiono la bocca molti imbecilli (senza esperienza o titoli di studio) che popolano le palestre dispensando “consigli” a destra e manca, personalmente ritengo che per gli atleti proiettati verso le gare ci sia la necessità di sgombrare la mente da pregiudizi e/o fantasie che con la realtà hanno poca attinenza. Ecco perché oggi intendo approfondire il tema ipertrofia facendo un passo indietro e portando all’attenzione il significato lessicale del concetto.
Con il termine IPERTROFIA siamo abituati a focalizzare nella mente i corpi scolpiti degli atleti e degli sportivi. Per definizione, infatti, l’ipertrofia avviene quando si verifica “l’aumento di volume del muscolo dovuto ad un aumento di volume degli elementi che compongono lo stesso”. Più concretamente siamo indotti a pensare che si riferisca soprattutto alla crescita della massa muscolare. che si vede e che si può apprezzare con la vista.⠀ Nondimeno, con ipertrofia è possibile riferirsi anche al cambiamento fisico – in questo caso “non visibile” – del muscolo cardiaco. Anche il CUORE, che a differenza degli altri tessuti muscolari è un muscolo involontario, può infatti crescere attraverso le performance atletiche.⠀
Si raggiunge un’IPERTROFIA CONCENTRICA quando le pareti del miocardio sono interessate da un aumento di spessore: in questo caso ad una costante serie di allenamenti di resistenza anaerobica intensiva (workout di forza e sollevamento pesi, su tutti) corrisponde un aumento dello spessore del cuore e, di conseguenza, una più alta velocità di contrazione. Al contrario, grazie ad una serie di sedute d’allenamento di resistenza aerobica estensiva, l’IPERTROFIA ECCENTRICA si realizza con l’aumento delle fibre muscolari del cuore e, pertanto, con un aumento del volume di questo. Con la dilatazione ipertrofica eccentrica si registra una migliore eliminazione delle tossine e una diminuzione della pressione arteriosa sistemica (le frequenze cardiache a riposo si riducono). Tenendo bene a mente questi concetti, gli atleti che vogliono intraprendere un percorso ipertrofico in vista delle selezioni potranno approcciarsi con più efficacia alla preparazione: capire che anche il muscolo “invisibile” per eccellenza riveste un ruolo fondamentale per tutti gli altri significa, in definitiva, migliorare sotto tutti gli aspetti il proprio fisico.
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