La più puntuale raccomandazione degli “esperti” sui carboidrati? Evitarne l’assunzione nelle ore immediatamente precedenti al sonno. In realtà si tratta di un consiglio non sempre veritiero e assai semplicistico. Vediamo perché.
In linea di principio, questa prescrizione è incontrovertibile specialmente su un punto: il ridotto consumo calorico durante il sonno aumenta le probabilità che i glucidi, se assunti poco prima di andare a dormire, vengano trasformati in grassi.
Ma il parterre di dietisti e medici, sempre avvezzo a prendere i concetti della letteratura scientifica alla lettera anziché interpretarli, dimentica spesso altri fattori e procede nella convinzione che il pubblico destinatario dei consigli sia omogeneo e standardizzato. Non è così, ovviamente.
Torniamo ad osservare la correlazione glucidi/sonno da un altro punto di vista: gli zuccheri inducono facilmente alla sonnolenza e aumentano nondimeno l’attività del sistema parasimpatico (sistema che stimola il rilassamento, il riposo, la digestione e l’immagazzinamento di energia). Da questo assunto ricaviamo che una soluzione per restare attivi e dinamici durante il giorno potrebbe essere quella di limitarli nella prima metà della giornata (durante l’orario lavorativo). I carboidrati favoriscono il rilascio della serotonina (precursore della melatonina) che concilia il sonno ed è essenziale per dormire bene. Un ulteriore motivo per cui i glucidi possono essere tranquillamente assunti alla sera è che il livello di cortisolo (ormone dello stress) cala durante la notte portando ad una migliore sensibilità insulinica in questa fase della giornata.
Le due posizioni (glucidi alla sera/glucidi al mattino) sono inconciliabili? Solo apparentemente perché il momento migliore per assumere carboidrati non dipende da nessuno degli schemi sopra elencati ma dall’allenamento, in questo caso il principale fattore da considerare per le persone che praticano sport.
Nelle due ore successive all’allenamento la sensibilità insulinica è molto elevata, ed è proprio in questo lasso di tempo che si dovrebbe ingerire più zuccheri. In parole povere: se vi allenate al mattino mangiate i carboidrati a pranzo, viceversa se il vostro allenamento è alla sera introduceteli a cena.
Può apparire, pertanto, ridondante sottolineare che queste indicazioni non si adattano a chi conduce una vita sedentaria. I meno attivi devono ricordare che, poiché non esiste una vera è propria regola sull’assunzione o meno dei glucidi alla sera, tutte le scelte alimentari vanno rapportate alla persona e che, per il benessere di questa, la valutazione dei parametri deve essere affidata a professionisti competenti.
Da profano dico che l’articolo è di buon senso.
L’Integralismo di alcune correnti di pensiero anche nella nutrizione sportiva talvolta non lo capisco. Bravo Stefano.
Stamattina mentre attendevo il mio turno per il prelievo del sangue ho fatto conoscenza di due persone anziane (77 anni l’uno, 87 l’altro). Entrambi mi riferivano che da anni sono costretti ad ingerire pastiglie per compensare colesterolo, “là diabete”, prostata ecc.
Pensavo che qualche consiglio di un dietista ai ns. anziani non farebb male ma non in tarda età quando la situazione si cura solo con farmaci ma negli anni buoni. Diciamo da 40 anni in su. Qualche corso di formazione gratuità ai futuri nonni…..
Carissimo Stefano pensaci e fai un po’ di volontariato per il tuo comune.