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Gli insetti saranno il cibo del futuro? Alla FAO ne sono convinti.

Coleotteri, cavallette e scarafaggi, infatti, con speciali deroghe alla legge supereranno le dogane dell’Unione Europea e saranno protagonisti all’Esposizione Universale di Milano dedicata al cibo.

L’entomofagia (il cibarsi d’insetti) è ancora sconosciuta a molti di noi e l’apertura verso queste nuove frontiere dell’alimentazione ci fa comprendere che l’esperienza nutrizionale non si esaurisce con l’hamburger, il caciocavallo e le luganiga.

Infatti il cibo può essere considerato un elemento culturale. Questa affermazione è giustificata dal fatto che, pur essendo onnivoro, l’uomo non si nutre degli stessi cibi in tutte le culture. La scelta di alcuni cibi e il rifiuto di altri ha un’origine culturale.

E’ una pratica comune attribuire determinate pietanze alle relative culture, così come identificarne altre in base alle loro abitudini a tavola.
“Siamo ciò che mangiamo”, e di fatto il cibo connota popoli, culture e società in base alla direzione che la loro alimentazione ha seguito.

Senza cibo non si vive. Ma il cibo è anche un’occasione per incontrarsi, un simbolo di benessere e di abbondanza. Il gesto nutrizionale dell’alimentazione è un fatto culturale. Assume un significato sociale, un valore di comunicazione. Ha valori di identità economica, sociale, religiosa, filosofica, etnica.

Le diete vegetariane o vegane legate al rispetto della natura vivente sono un esempio di lettura filosofica del mondo dell’alimentazione: mentre per i vegetariani sono ammessi derivati del latte e le uova, per il pensiero vegano la consumazione di questi prodotti è sinonimo, al pari dell’allevamento per la macellazione, di sfruttamento animale.

Il cibo è anche simbolo di identificazione nazionale: la pasta per gli italiani, il cous-cous per i magrebini e tutti gli altri cibi che costituiscono un segno della propria storia e della propria cultura, diventano un modo per recuperare e per riaffermare la propria identità culturale.

 

Tratto da “CIBO: LE ABITUDINI ALIMENTARI COME PARTE INTEGRANTE DI UNA PERSONA. IL RUOLO DEL DIETISTA FRA DIFFERENZE CULTURALI E COSTRUZIONI ALIMENTARI.” di Stefano Ferrari.